In abbinamento al Greco di Tufo “Colle Serrone” della cantina Di Marzo e alle musiche di Donald Fagen, noi di Ritmo di Vino abbiamo scelto “American Graffiti”. Diretto da George Lucas nel 1973, il film è al settantatreesimo posto dei migliori cento film americani di tutti i tempi.
Dobbiamo ammetterlo, la scelta del film da abbinare al Colle Serrone di Di Marzo non è stata facile.
All’inizio, l’allegria che il Greco di Tufo della Cantina Di Marzo aveva suscitato al nostro palato, ci aveva spinti su un titolo preciso. Easy Rider, di Dennis Hopper.
Così vivace, allegro e pungente, il greco prodotto da Ferrante di Somma pareva avere il gusto della cultura hippy.
Ribelle nel suo gusto tagliente tipico di questo vitigno, Colle Serrone manifestava una rotondità che ricordava il carattere di quella particolare cultura.
Quello che, però, non ci convinceva più di tanto, era il fatto che Easy Rider è un film di controtendenza. Un film che celebra la cultura degli hippies come alternativa a quella medio-borghese tipica di quegli anni.
Di quella cultura vengono amplificati pure aspetti non necessariamente positivi dei giovani del tempo, forse perché Hopper, pur essendo un ribelle, operava anche in un epoca in cui il progressismo era ancora tendenzialmente malvisto.
In tempi in cui il maccartismo aveva ostracizzato personaggi come Dalton Trumbo, lo sceneggiatore che scrisse Vacanze Romane e che si definì apertamente comunista, Easy Rider ci appariva come un film “di rottura ma non troppo”.
Abbiamo così pensato di lasciare il film di Hopper ad un futuro abbinamento, magari quando troveremo un vino che effettivamente “rompa” con una tradizione.
Il Greco di Tufo è tradizione, invece, uno dei vini DOCG della Campania. Non può rompere col passato, sarebbe un artifizio.
E, del resto, Di Marzio fa il suo greco da continuatore consolidato di una tradizione affermata. Risalente, per giunta, al 1647.
Colle Serrone, invece, è American Graffiti. Ed è la musica di Fagen che ci conduce dal vino al film.
Il DJ di Fagen è, invece, una sorta Lupo Solitario, colui al quale Richard Dreyfuss si rivolge per localizzare la bionda a bordo della Ford Thunderbird. Colei che gli ha detto “Ti amo” solo una volta ed ha sconvolto l’ultima sera di Curt Henderson prima che questi parta per il college.
American Graffiti è un atto di amore verso un’epoca, verso una adolescenza che termina, e che per i quattro del Mel’s Drive In è rappresenta pure la fine di un decennio.
Gli anni ‘50, con Jerry Lee Lewis, Elvis e il rock’n roll salutano il palcoscenico del Novecento portandosi dietro tanti ricordi ma diventando pure un decennio che è una pietra miliare della storia.
Così ha fatto Ferrante con questo Greco. Il suo greco. L’atto d’amore per un vitigno che è da sempre parte della sua storia.