Aveva solo venticinque anni Louis Malle quando girò “Ascensore per il Patibolo”, film di culto del 1958 passato alla storia come uno dei capisaldi della Nouvelle Vague. Un film palpitante, che unisce pathos ed eros, amore e crimine. E, sullo sfondo, dell’immortale colonna sonora di Miles Davis.
Un film, una colonna sonora epocale
Si dice che quando Miles Davis ricevette l’incarico da Louis Malle di comporre una colonna sonora per il suo film, Ascensore per il Patibolo, il trombettista jazz improvvisò sulle scene non ancora montate. Il risultato fu talmente straordinario che in questo stupendo noir con Jeanne Moureau, alla fine furono i silenzi a diventare loquaci.
Si parla poco in “Ascenseur pour l’Echafaud”, si parla il giusto. A costruire l’atmosfera, molto più spesso, è la tromba di Miles Davis, che detta i tempi. Perché, in questo film del 1958, il leitmotiv è l’angoscia che vivono i personaggi, consapevoli di aver commesso un crimine pianificato, e di essersi ritrovati in un vortice dal quale sarà difficile uscire.
Da una parte lui, Julien Tavernier, interpretato da Maurice Ronet. Dall’altra lei, Florence Carala, interpretata da Jeanne Moureau.
I due pianificano l’assassinio del marito di lei, un affarista senza scrupoli arricchitosi durante le guerre di decolonizzazione francese, prima in Indocina e poi in Algeria. E’ Tavernier ad ucciderlo. Florence lo rassicura suadentemente al telefono, prima del gesto: “Ti amo, Julien. Non aver paura, io ti sarò vicina”.
Questa immagine è quella che più di tutte ci è stata d’ispirazione per descrivere i vini degustati durante la nostra esperienza nella tenuta Casoli.
Ninfe e Satiri
Ninfe e Satiri sono divinità minori della tradizione greca, e nell’etichetta di tutti i prodotti della cantina di Candida c’è rappresentata una scena bucolica che li rappresenta. In essa, una ninfa spreme il succo d’uva nella bocca del satiro. I Casoli hanno scelto questa immagine perché i produttori stessi considerano il vino come una forma d’arte e di piacere.
Ora, le Ninfe della mitologia, si accoppiavano non di rado con uomini mortali e semidei in quanto simbolo di sensualità e fertilità. Questo perché le ninfe erano seducenti, irresistibili. E quello fra Julien e Florence è proprio un amore che nasce dal fatto che Julien è sedotto dalla moglie del signor Carala.
Ella con voce suadente gli promette che gli sarà vicina in questo gesto, e Julien, sognando un futuro con lei, compie l’omicidio che darà il via alle vicissitudini di base dell’intreccio. Ucciso Carala, Julien fugge, ma mentre sta per mettere in moto la sua auto, si accorge che una corda penzola dal balcone della finestra dove giace la sua vittima.
La sua decisione di tornare a recuperarla, però, lo lascerà prigioniero dell’ascensore del palazzo, perché il custode, andando via, stacca il contatore dell’energia elettrica e lascia Julien intrappolato.
Il senso di un film che è pietra miliare e il vino di Casoli
Non vi sveliamo come va avanti il film e vi invitiamo a guardarlo. Louis Malle è uno dei massimi esponenti della Nouvelle Vague, di cui Jeanne Moureau fu una delle attrici maggiormente caratterizzanti. In più la colonna sonora di Davis è imperdibile e il modo in cui il film è girato, è assai moderno.
Vi diciamo, però, che il vino di Casoli e il film s’abbinano bene anche perché la famiglia che ha inaugurato l’omonima tenuta intende il vino anche come qualcosa che può proteggere dal disincanto della vita.
Il film è, sostanzialmente, il risveglio della società francese dopo le vicissitudini della II Guerra Mondiale. Una Francia che sperava di assurgere al ruolo definitivo di Grande Potenza, ma che in realtà si trova costretta a fare i conti con una realtà ben diversa. Innanzitutto c’è il riarmo della Germania Occidentale in funzione antisovietica, poi c’è la decolonizzazione.
L’amore protegge da questo disincanto come un bicchiere di vino isola temporaneamente l’uomo dalla durezza della quotidianità.
Un messaggio rivoluzionario!