Il ritrovamento, in Sicilia, di un vino di 6000 anni fa, potrebbe riscrivere la storia della bevanda di Bacco.
Un ritrovamento straordinario nelle cavità del Monte Chronio, in Sicilia, potrebbe riscrivere la storia del vino.
Alcuni speleologi, infatti, hanno scoperto tracce di una bevanda alcolica che sarebbe appunto vino, all’interno della Grotta di San Calogero, sulle pendici del citato monte.
La grotta, per le sue caratteristiche geologiche, mantiene da secoli le stesse caratteristiche. Umidità vicina al 100% e temperature intorno ai 37 gradi.
I ritrovamenti dicono che qui esisteva un antico altare dedicato forse a Giove, e che in questa zona i sacerdoti facevano vaticini e rituali di purificazione.
Proprio per questo, poichè il vino era ritenuto come una bevanda capace di alterare la mente grazie alla sua componente alcoolica, gli scienziati non sembrano avere dubbi. Quella bevanda ritrovata nella grotta era un vino da rituale.
Ora, se i risultati della ricerca fossero confermati, la storia del vino andrebbe necessariamente rivista.
Da sempre si ritiene che il vino sia nato in Anatolia, dove gli antichi agricoltori lo scoprirono per caso, mentre trasportavano le uve da mangiare, in grandi contenitori di pelle animale.
Poichè a causa del peso gli acini del frutto della vite finivano per schiacciarsi e fermentare, dando un liquido di buon sapore, gli antichi contadini provarono a ripetere più e più volte l’opera della natura in condizioni diverse.
La scoperta del vino qui in Sicilia cambierebbe, invece, la storia, e l’Italia diventerebbe a tutti gli effetti la regione dove il vino fu effettivamente inventato.