Come abbiamo scritto nell’articolo in cui abbiamo abbinato vino e musica, i vini della tenuta Ciervo sono emotivamente coinvolgenti perché in grado di riportare la nostra mente al passato e ai suoni di tanto tempo fa. Così, se da un punto di vista musicale, abbiamo ritrovato in questo nettare lo spirito delle orchestre jazz del dopoguerra, dal punto di vista artistico era impossibile non abbinare questo nettare con il genere noir.
Rita Hayworth ha ottenuto gloria e fama ad Hollywood in un epoca particolare, un periodo nel quale i film erano in bianco e nero e in cui il colore sarebbe venuto soltanto molto tempo dopo.
Tuttavia la Hayworth è, e resta per tutti, Rita “la Rossa”, dal colore ramato dei suoi leggendari capelli.
A quel tempo le pellicole venivano dipinte a mano, non c’era il technicolor e i colori erano un po’ diversi da quelli che avremmo potuto effettivamente ammirare dal vivo, se fossimo stati dei fans alla ricerca dell’autografo della divina attrice.
Il colore dei capelli di Rita è rimasto come una sorta di pietra miliare, una specie di memoria collettiva della storia del cinema, e quella immagine ci è stata da guida nella lettura e nell’abbinamento artistico del vino Aulicino.
Questo vino è una produzione di favolosa vitalità, vivacità e gusto. Un prodotto di straordinario rapporto qualità-prezzo, un accompagnamento stupendo per ogni piatto che richieda un vino di buona struttura e tannino importante ma delicato.
Come Rita Hayworth, che resta memorabile per la scena in cui ella si sfila i guanti cantando Put a Blame on Me davanti ad un pubblico in delirio, questo nettare ci colpisce per la sua espressività.
Nel calice vi è tutta l’aspra delicatezza del Sannio, una zona della Campania che vive ancora di una storia propria rispetto a quella di tutto il resto della regione, essendosi trovata isolata dal resto dei territori campani grazie alla morfologia delle zone circostanti, che l’hanno protetta dalla commistione con altri popoli e con diverse abitudini di vita.
Nonostante le qualità di questo vino siano così importanti, l’Aulicino è tuttavia un vino adatto ad ogni tasca, e questa è una interessante chiave di lettura per comprendere il perché dell’accostamento artistico con il film Gilda.
Nel film, la Hayworth ha un duplice volto: sembrerebbe, infatti, una sorta di “femme fatale”. Una donna spregiudicata e a tratti immorale che è destinata ad essere la vamp distruggi-famiglie, la pupa desiderabile che attira il cuore di quegli uomini reduci dalle azioni di guerra ad Iwo Jima, Okinawa e nelle tante isole del Pacifico che videro i marines combattere contro l’impero del Sol Levante.
In realtà, Gilda gioca quel ruolo perché le è stato imposto, ma ella è una donna molto più semplice di ciò che appare. E’ una donna smaliziata solo perché lo star-system hollywoodiano la obbliga ad essere questo (e del resto Rita Hayworth, dopo questo film, non riuscì più a scrollarsi di dosso questa figura di dark lady che il film le impose), ma nella realtà è una donna semplice che cerca solo un amore sincero.
Sta qui, secondo noi, tutta la somiglianza tra Gilda e l’Aulicino. In questo dualismo.
Per la sua espressività, la Cantina Ciervo potrebbe tranqullamente proporre l’Aulicino con molti più fronzoli e a costi assai elevati, proprio perché esso è un vino così speciale che si presterebbe benissimo a questo tipo di trattamento.
D’altronde, ci sono tanti vini che costano molto per la loro qualità, e l’Aulicino potrebbe benissimo stare in questa categoria.
C’è però da dire che un vino straordinario, però, lo si può trovare anche nelle bottiglie che costano il giusto.
Gilda diventa oggetto del desiderio degli uomini che la osservano togliersi un solo guanto. Forse molti di loro, nel film, sono convinti che la Hayworth non li avrebbe degnati neppure di uno sguardo per quell’atteggiamento.
Invece, un uomo normale avrebbe ugualmente potuto fare breccia nel cuore di lei. Come questo vino può soddisfare tranquillamente tutti i palati. In qualunque modo lo si presenti.