Per l’abbinamento artistico con i vini di Lenza abbiamo scelto il film di Steno del 1976 “Febbre da Cavallo”, con Gigi Proietti ed Enrico Montesano. La simpatia e la vitalità di Guido, insieme con la sua sfrenata passione per il suo lavoro, infatti, ci hanno ricordato quella dei protagonisti di questa commedia, che scelgono di rischiare tutto per questa loro “febbre”
Prima di scegliere “Febbre da Cavallo”, noi di Ritmodivino abbiamo preso in esame diverse pellicole e più di un’opera d’arte.
Desideravamo, infatti, scegliere qualcosa che raccontasse – a chi ancora non lo conosce – tutta l’indole e la simpatia di Guido. In particolare, volevamo mettere in evidenza la sua freschezza e la sua verve personale con la determinazione di questo ragazzo ad emergere in un mondo difficile come quello della viticoltura.
Nessuna opera, però, calzava a pennello come il film di Steno del 1976. Le altre opere ci sembravano troppo seriose e non riuscivano ad essere un leitmotiv capace di mettere insieme una storia di famiglia fatta di amore per i cavalli e la capacità di innovarsi, decidendo di produrre vino.
Come i protagonisti del film arrivano a giocarsi tutto per la loro sfrenata passione (la loro “febbre”) per le corse dei cavalli, così Guido ha deciso di utilizzare dei terreni di famiglia che gli avrebbero fruttato molto di più se fossero stati dedicati a colture intensive, per impiantare viti.
Decidere di produrre vino in una terra come la Campania, in una zona altamente urbanizzata come quella che circonda la seconda città della regione, può a buona ragione essere considerata quasi un azzardo. Non ci troviamo in una zona turistica come possono essere la vicina Costiera Amalfitana oppure la Penisola Sorrentina, qui la campagna è stata sostituita dalle imprese. E, come dicevamo nell’articolo in cui presentiamo i vini dell’azienda Viticoltori Lenza, i terreni vengono sfruttati per la produzione di ortaggi e, in particolare rucola.
Mentre ci trasferiamo da Pontecagnano a Montecorvino Rovella, Guido ci racconta, peraltro, che tutti i prodotti freschi che troviamo già pronti da gustare nei frigoriferi dei supermercati provengono da qui. E, in effetti, non è difficile trovare gli stabilimenti di rinomate aziende che si affacciano sulla strada principale della città.
L’industrializzazione non è sempre sinonimo di produzione sostenibile, dunque se nove produttori della zona su dieci stabiliscono di rifornire la grande distribuzione, chi, come Guido, decide di produrre vino è a buona ragione un eroe. Uno che è disposto, insomma, a rimetterci dei potenziali guadagni per seguire la propria passione.
Da qui la scelta di “Febbre da Cavallo”, un classico di Stefano Vanzina (in arte Steno) della commedia all’Italiana. Un film che dipinge la Roma degli anni Settanta in maniera goliardica e racconta l’ossessione di un gruppo di amici alle prese con questa irrefrenabile passione per il gioco.
Il film è stato riscoperto dopo un flop iniziale ed è oggi un cult-movie che può essere ragionevolmente accostato al più grande dei film del genere, Amici Miei. Forse è il film che ha dato più notorietà al bravissimo Gigi Proietti, di cui si ricorda la scena “tognazziana” del “Whisky maschio senza raschio”, fatta allo scopo di pubblicizzare il il liquore Vat69 per lo storico contenitore pubblicitario “Carosello”.
Nel caso, parafrasando Proietti, possiamo dire che il vino di Guido è un “Vino maschio senza raschio”, un aglianico che è veramente un vino senza compromessi, col suo tannino deciso e la sua struttura corposa. Non c’è trucco e non c’è inganno, qui. Questa è magia!