Da Pompei a Valencia con Amos Benacchio

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Riprendendo l’antica tradizione romana del vino in anfora, Amos Benacchio – imprenditore italo-spagnolo originario di Busto Arsizio – ha realizzato un progetto innovativo: “la bottiglia che respira”. Merlot e Bobal evoluti in bottiglie di creta. Lo abbiamo assaggiato.

Ludovico apre il Mey

Oggi, per festeggiare in anticipo il Natale, noi di Ritmodivino facciamo una piccola digressione dai nostri soliti percorsi campani, trasferendoci in una delle nazioni care al popolo napoletano: la Spagna, nello specifico a Valencia.

In anteprima, assaggiamo infatti questa chicca: un Merlot in bottiglia di creta, prodotto dalla Terracotta Wines di Amos Benacchio.

Amos è un imprenditore italo-spagnolo originario di Busto Arsizio (VA), che da qualche anno lavora ad un progetto innovativo: “la bottiglia che respira”.

Ispirato da un viaggio nella sua nazione di origine, Amos ha realizzato delle bottiglie di terracotta, nelle quali pone ad evolvere due vini prodotti nella sua terra di adozione: il Merlot e il Bobal.

Con Amos ci conosciamo su Facebook e, dopo aver pubblicizzato il suo progetto sulla nostra pagina, lui ci invia dalla Spagna una delle sue bottiglie da degustare, la numero 95.

La bottiglia, nella sua nuova veste di creta, è elegante e misteriosa: il vino si evolve lentamente, attraverso microssigenazioni, ma non lo vedi. Dunque, l’attesa per l’assaggio aumenta il desiderio.

La degustazione

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La bottiglia numerata di Mey

Assaggiamo il Merlot una mattina di inizio dicembre.

All’apertura si sprigionano subito i profumi del vino in creta. Nel versarlo si può riscontrare un caratteristico colore rubino con forti riflessi violacei: un vino che si prospetta giovane.

La sua giovinezza si conferma al naso, poiché i sentori di questo Merlot sono nettamente vinosi, accompagnati da un aroma fruttato di marasca. Un vino, dunque, di media complessità.

All’assaggio, il vino di Amos si contraddistingue per una netta alcolicità che copre ulteriormente il tannino già leggero del vitigno merlot, e per una spalla acida dovuta all’estrema giovinezza.

Nel complesso, il Mey è spostato ancora verso le durezze, dunque è un vino che richiede una sapiente attesa per poterlo apprezzare in tutte le sue doti. Ci riproponiamo di riassaggiarlo dopo un po’ di evoluzione in una bottiglia che rappresenta comunque una innovazione.

Gli abbinamenti

valenciaTrattandosi di un vino giovane, l’idea è quella di abbinare questo Merlot – un vitigno che garantisce comunque una sua evoluzione nel tempo – con il soul di Mario Biondi, nello specifico del suo primo disco “Handful of Soul”.

Handful, in inglese, significa “manciata”, parola che conferma il carattere sperimentale di questo disco di Mario Biondi. Un artista che trovando sempre maggiori conferme ed è partito proprio da questo disco, con un soul facile e accattivante nell’ascolto, per potersi evolvere – come il Merlot di Amos – in una delle voci più interessanti dello scenario di questo genere musicale.

Artisticamente, ci piace abbinare il Mey alle opere d’arte di Banksy.

Celebre artista di strada, Banksy è, come Biondi, a cavallo tra un genere artistico ancora non troppo conosciuto e la protesta sociale. Piace perché ha tanto da raccontare, ma non può essere ancora considerato – e forse nemmeno lo vuole – come artista da museo.

Proprio Banksy, anzi, è balzato agli onori della cronaca per aver creato un meccanismo che ha distrutto una delle sue opere che stava per essere venduta all’asta ad oltre un milione di euro.

In conclusione

Dopo l’assaggio del Mey di Amos, abbiamo pensato di inaugurare una nuova sezione del nostro sito: “Vini per corrispondenza”.

L’idea è quella di affiancare alle degustazioni in cantina nella nostra regione, assaggi di vini provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo ed abbinarli artisticamente come abbiamo sempre fatto.

Un progetto innovativo che conferma la crescita del nostro portale.

Tre appassionati e una bottiglia

Autore dell'articolo: Ritmodivino

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