Avremmo potuto scegliere, per l’abbinamento artistico con il nostro Roero Arneis, più di una opera. Alla fine, però, la nostra scelta è caduta su un libro che fa parte del bagaglio culturale di ogni appassionato di vino. Si tratta di “Vino al Vino”, resoconto di tre viaggi lungo la Penisola compiuti da Mario Soldati. Che nel 1973 riscoprì proprio questo nobile vitigno.
Mario Soldati
Si deve a Mario Soldati la riscoperta del vitigno Arneis.
Mentre cercavamo l’opera d’arte che meglio si abbinasse con la nostra bevuta, ci siamo imbattuti in un articolo del blog della Tenuta Carretta, una realtà delle Langhe che esiste sin dal 1467, la quale cita – appunto – il celebre enogastronomo e scrittore torinese come riscopritore di questa nobile uva bianca.
Nel 1982, in effetti, Soldati – importante quanto celebre enogastronomo e scrittore piemontese – diede alle stampe una serie di resoconti di viaggi da lui compiuti lungo la Penisola Italiana, alla scoperta dei grandi vini d’Italia.
Pare che Soldati avesse già in mente nel 1955 di scrivere un’opera in cui raccontare il mondo dell’enologia italiana. Secondo l’enogastronomo, infatti, in Italia, “tutto ciò che ha un titolo, un nome, una pubblicità, vale in ogni caso molto meno di tutto ciò che è ignoto, nascosto, individuale. Le bottiglie di vino con etichetta sono quesi sempre cattive; le bottiglie senza etichetta e il vino sciolto quasi sempre buoni”.
Soldati sosteneva che la civiltà italiana fosse diversa da quella francese, nella quale esisterebbe “un ponte tra società ed individuo, una civiltà organizzata, una gerarchia del costume […] Da noi, l’uomo di valore, come il vino prelibato, schiva ogni pubblicità: vuole essere scoperto e conosciuto in solitudine, o nella religiosa compagnia di pochi amici”.
Vino al Vino
Il libro dell’enogastronomo prese il nome di “Vino al Vino” e si basa su tre esperienze distinte e separate.
Il primo viaggio si tenne nel 1968 ed interessò Sicilia, Campania, Toscana, Lombardia, Trentino, Veneto, Nord del Piemonte e Valle d’Aosta. Seguì quello del 1970 in Alto Adige, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia- E, infine, nel 1973, quello in Sardegna, Calabria, Abruzzo, Molise, Lazio, Umbria, Liguria e Piemonte meridionale.
Nel suo tentativo di coprire la massima parte del territorio enologico italiano, Soldati non lasciò fuori nessuna regione, e proprio durante il resoconto del viaggio nel Nord del Piemonte, egli scoprì proprio l’Arneis. Secondo Soldati, “L’Arneis è una classica varietà di uva del Cuneese. Di norma, è coltivata in ristrette aree poste alla sinistra del fiume Tanaro, lungo la vecchia strada che da Canale porta ad Alba, per lo più nei comuni del Roero: Santo Stefano Roero, Monteu Roero, Montaldo Roero, Baldissero, e fino a Corneliano, Monticello e Piobesi d’Alba”.
L’articolo mostra che quest’uva era quindi piuttosto conosciuta nella zona in questione, molto meno altrove.
Noi ci siamo procurati il libro e adesso lo stiamo leggendo. Si tratta di un volume corposo che ci ha permesso di scoprire tante notizie dimenticate su quello che è il variegato mondo del vino. Nel citarlo qui, oggi, come must-have dell’appassionato, ci preme segnalarvelo. Una lettura senz’altro di profondo interesse.