In anteprima su Ritmodivino, vi presentiamo il nuovo nato di casa Lenza, il Vale. Come i suoi predecessori prende il nome dalla figlia del produttore. Un rosato di Aglianico ottenuto dalla sola pressatura soffice delle uve, senza macerazione né contatto con le bucce
Il nuovo Vale di Viticoltori Lenza
Continua la partnership di Ritmodivino con Viticoltori Lenza, azienda di Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno.
In anteprima sul nostro portale, vi presentiamo oggi l’ultima creatura di Guido e Ida Lenza, il Vale, un rosato di Aglianico che è l’ultima scommessa di una famiglia di produttori che si sta avvicinando con buon successo al mondo della viticoltura.
Incontriamo Guido a Salerno e lui ci fa dono di questa bottiglia, realizzata come sempre con la collaborazione di Sergio Pappalardo, enologo di ConsensoWine.
Si tratta di un vino dalle caratteristiche particolari: l’Aglianico, vitigno principe della Campania, vinificato questa volta in rosato, con il solo mosto fiore e con il minimo contatto sulle bucce.
Ne deriva un vino dal colore senz’altro inusuale: rosato chiaro molto scarico, tendente al ramato.
Assaggiamo il Vale in due momenti: all’apertura, dopo averlo portato alla temperatura di servizio, avvertiamo delicati profumi floreali. Al palato, quello che colpisce è la predominante acidità, caratteristica del vitigno e quindi presente come netta spalla del prodotto finale.
Guido ci confessa di aver deciso di lavorare così il suo Aglianico, già premiato a Radici del Sud dalla giuria dei Wine Buyers, per ricavarne un vino diverso dal solito, ma comunque da tutti i giorni. Dal nostro punto di vista, comunque, il Vale richiede un palato abituato al gusto aggressivo dell’aglianico, perché la spiccata acidità di questo prodotto può far sì che chi ama i gusti morbidi non riesca ad apprezzarlo.
L’abbinamento
Musicalmente abbiamo deciso di abbinare il Vale ad un disco storico, l’album di debutto dei King Crimson “In the court of the Crimson King”.
Si tratta di un album che quest’anno compie cinquant’anni ed è oggi nella classifica dei migliori dischi di sempre. La scelta di questo disco da parte nostra è particolare e deriva dal fatto che il disco usciva dagli schemi della musica tipica degli Anni Sessanta ed era profondamente sperimentale ed innovativo.
“In the court of the Crimson King” è comunque una pietra miliare della musica e il Vale non riesce a collocarsi in questa classifica. Ciò che però colpisce dell’azienda è la voglia di sperimentare e proporre cose sempre nuove. Per cui l’abbinamento è senz’altro meritato.