Nella nuova location di Via Tagliamento ad Avellino, abbiamo partecipato alla serata MADREMIA INCONTRA OMINA ROMANA, uno dei tanti appuntamenti dedicati ai grandi vini organizzati dallo chef Giovanni Arvonio e dalla sua preziosa collaboratrice, la sommelier Sofia Aliberti.
Serata all’insegna del gran cibo e del gran vino al ristorante-pizzeria Madremia di Avellino.
Giovedì 10 marzo 2022 si è infatti tenuto – negli eleganti locali di Via Tagliamento 12 – l’incontro “Madremia incontra Omina Romana”. La serata, aperta a tutti gli appassionati di enogastronomia, proponeva una serie di interessanti abbinamenti tra i piatti dello chef e i vini della rinomata azienda vitivinicola di Velletri, in provincia di Roma.
Hanno guidato la serata il proprietario della cantina Omina Romana, il dott. Borner, lo chef Giovanni Arvonio e la sommelier Sofia Aliberti.
Il Menu
Cinque le portate proposte da Giovanni Arvonio.
Si parte con un’entree a base di baccalà delle Lofoten mantecato fritto con panatura di nocciole di Avella, al quale è stato abbinato il Bianco Hermes Dicotoros II IGT Lazio 2019, un vino che sorprende per i suoi profumi eleganti e per l’intensità gustativa. Alle note tostate e floreali si alternano sentori di miele e una intensa mineralità.
Si passa quindi all’antipasto, una braciola in crudo di marchigiana beneventana con uvetta, pinoli e pecorino bagnolese. In abbinamento c’è il Cesanese 2019 IGT Lazio, uva caratteristica della regione che conferisce al vino note di frutta fresca, in particolare prugne.
Come primo piatto, lo chef Arvonio propone a questo punto un ottimo tortello ripieno di stravecchio di bruna alpina con cicoria cruda e cotta. Questo piatto esprime in pieno la filosofia dello chef, il quale mescola vari sapori e consistenze conservando la propria identità. A questo piatto, la sommelier Sofia Aliberti ha proposto il Rosso Diana Nemorensis II, un brillante mix del 2017 di uve Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, il cui risultato è un vino di grande struttura, intenso e persistente. Elegante nei sentori, spiccavano i questo vino i sentori di frutta rossa matura e prugna secca.
Proseguiamo quindi con due secondi: il primo è un Filetto di Maiale nostrano alla Wellington con fegatini di pollo e scarola alla monachina; il secondo è un cappello del prete di marchigiana beneventana marinato al merlot con purea di peperone crusco accompagnato da funghi chiodini. Per questi due piatti la scelta del sommelier è ricaduta sul Merlot 2015 IGT Lazio.
Il merlot è nel suo momento di massima espressività, pur presentando ancora ampie possibilità evolutive. Le note di confettura sono evidenti e spicca una marcata alcolicità.
La cena si chiude in dolcezza con un dessert che esprime in pieno l’amore dello chef per il proprio territorio. Si tratta del Tutto Nocciola di Avella, una specialità in cui la nocciola viene presentata in tre consistenze diverse. Per un gioco di sapori, l’abbinamento prevede un Viogner 2013, ormai austero al palato, intenso nella componente alcolica e potente nei suoi con spiccati sentori terziari.
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