Dopo una breve pausa dovuta a impegni lavorativi coincidenti, torniamo al mondo delle degustazioni e mozionali. Si riparte con l’evento numero uno dedicato al mondo del vino in Campania: Vitigno Italia 2023
Un ritorno sulle scene!
Ritmodivino è una rivista che si basa sull’esclusiva passione di chi l’ha fondata.
Negli ultimi mesi, le nostre principali attività lavorative ci hanno tenuti un po’ lontani dal mondo del vino, un settore che amiamo ancora profondamente e che ha sempre attirato l’attenzione dello staff sin da quando il nostro blog è divenuto una risorsa della rete.
Non ci siamo annoiati di ciò che facciamo, ma la vita non è fatta di sola passione, e non sempre l’appassionante universo enoico riesce ad essere finanziariamente sostenibile per chi vi ha profuso quasi sempre solo una partecipazione emotiva.
Per portarvi nuovi articoli, abbiamo sempre sacrificato il nostro tempo libero e non abbiamo mai chiesto nulla ai nostri numerosi lettori. Ad un certo punto, una piccola pausa dal blog si è resa quindi indispensabile.
A Castel dell’Ovo…
Nonostante questa temporanea interruzione, Ritmodivino resta una realtà apprezzata fra gli addetti ai lavori, Questo ci ha consentito di partecipare – invitati – all’evento più importante dedicato al mondo del vino in Campania: Vitigno Italia 2023.
L’evento ha avuto luogo, quest’anno, nella cornice dello splendido Castel Nuovo, a Napoli. Castel dell’Ovo, sede di tutte le precedenti edizioni, era temporaneamente inagibile per lavori e la kermesse si è dunque spostata qualche chilometro più a Nord, in un altro dei monumenti simbolo della Città.
In una Napoli colorata d’azzurro per uno scudetto atteso 33 anni, Vitigno Italia ha rispettato il suo spirito di sempre, anche se lo spostamento di sede ha comunque comportato alcuni disagi. Un’inattesa quanto violenta perturbazione carica di pioggia ha causato molti disagi alla popolazione e i turisti che stanno visitando la bella Partenope.
Difficilmente prevedibile, per violenza, in giorni come questi, la pioggia ha reso difficile anche il nostro lavoro, ma soprattutto quello dei produttori vinicoli presenti. Le degustazioni e gli assaggi sono state effettuate nello spiazzo centrale del castello le decine di appassionati intervenuti all’evento si sono dovuti dividere fra il calice e ombrello.
Nonostante le difficoltà, comunque, la kermesse si è rivelata ugualmente interessante. Nutrita era la presenza delle cantine campane, le quali hanno fatto da padrone all’evento. Spazio anche al consorzio dei vini friulani e a cantine già presenti nei precedenti eventi, in primis Firriato dalla Sicilia ma anche Carpineto dalla Toscana.
All’assaggio della Cantina Adele Musella
La nostra degustazione inizia proprio con la nostra regione. Abbiamo incontrato gli amici della cantina Adele Musella di Marano di Napoli (NA), i quali operano sul territorio sin dal 1986 e che ci hanno proposto, in assaggio, le loro specialità.
Per cominciare, l’azienda ci ha proposto la Falanghina della linea Percorsi, vino che nasce da uve coltivate su terreni vulcanici a ridosso dei Campi Flegrei. Subito dopo, è il turno di Ma Cré, blend di uve campane sapientemente spumantizzate.
Ma Cré è un gioco di parole, che nel ricordare l’esclamazione di stupore della lingua napoletana, in realtà gioca con l’assonanza rispetto alla parola francese Cru, che identifica una specifica zona di produzione con caratteristiche uniche.
I proprietari ci offrono quindi un vino rosso, cioè il loro validissimo piedirosso Ciaurro, il quale prende il nome da un antico mausoleo maranese e che si rivela essere un vino vellutato dai tannini delicati grazie al passaggio in barrique di Rovere Francese.
Un sorso di Friuli, poi di nuovo la Campania!
Dopo il Ciaurro decidiamo di spostarci in una regione agli antipodi e ci rechiamo presso il consorzio dei vini del Friuli-Venezia Giulia. Qui ci viene proposto in assaggio l’interessante Sauvignon di Fantinel, di spiccata freschezza e sapidità. In assaggio anche la Ribolla Gialla spumante della cantina Modeano, che si distingue per il suo perlage elegante e i suoi ritorni floreali.
Proprio nel momento in cui vorremmo concentrarci sull’assaggio dei vini rossi, ecco però che Adolfo Scuotto, proprietario della cantina omonima, ci richiama per assaggiare il suo irresistibile Fiano di Avellino DOCG Oi Nì, il quale ci colpisce sempre per la sua ghirlanda di aromi che vanno dal minerale fino ai fiori bianchi di campo, accompagnati dalla mandorla fresca.
Oi Nì ci delizia il palato con la sua freschezza ed austerità e ci predispone all’assaggio del primo rosso della giornata, il Redo, che è un elegantissimo Aglianico della Tenuta Scuotto i cui tannini, ancora squisitamente intensi, sono però stati levigati dal passaggio in legno. La stessa uva la riproveremo successivamente nella denominazione Taurasi DOCG, in cui – all’aroma del tabacco e a ritorni di invidiabili terziari – si aggiunge l’aroma della vaniglia.
Cavalier Pepe
Decidiamo di dare adesso una piccola tregua al nostro palato e ne approfittiamo per visitare le sale interne di Castel Nuovo, organizzate appositamente per due Masterclass sui vini campani, accompagnati dalla musica di una piccola orchestra in costume che sta cantando in quel momento il celebre pezzo di Roberto Murolo “’A tazza e café”. L’intervallo musicale precede l’incontro con la nostra amica Milena Pepe dell’omonima tenuta di Sant’Angelo all’Esca.
Milena ci propone il suo splendido Taurasi Opera Mia, uno dei prodotti di punta della cantina irpina, che stuzzica per i suoi sentori di frutta matura accompagnati da spezie, tabacco e nota di smalto. L’occasione è ghiotta soprattutto per confrontarlo con una lacrima del Taurasi Riserva La Loggia del Cavaliere, il quale è un vino di rara austerità e struttura, di gran corpo e sorprendente eleganza.
I Taurasi lasciano spazio ad un sorso di Cerri Merri, l’aglianico lavorato con l’amarena secondo una antica ricetta segreta dei proprietari, il quale si rivela ideale per un abbinamento con dolcetti di pasticceria secca ma anche da sé,m come vino da meditazione. Il Cerri Merri potrebbe essere l’ideale per accompagnarci verso la conclusione dell’evento, che decidiamo di terminare con un assaggio di Sigaro Toscano della Manifattura omonima.
Proprio mentre ci stiamo recando ad osservare la sigaraia al lavoro, ecco che notiamo – giusto di fronte a noi – lo stand della cantina Carpineto.
Let’s go Tuscany!!
Cantina pluripremiata ed eccellenza toscana, Carpineto merita senz’altro una visita ed infatti troviamo in assaggio il loro Chianti Classico DOCG, che proviamo come introduzione prima di passare al Nobile di Montepulciano DOCG e poi al Brunello di Montalcino, un vino che s’evolve per ben tre anni in botti di rovere.
Il Brunello di Carpineto, vino eccezionale, si fa apprezzare per i sentori di lampone, liquirizia e ciliegia, oltre che per il suo calore e per la struttura, che lo rende apprezzabile non solo come vino da abbinamento ad arrosti o piatti di sostanza, ma anche come vino da meditazione.
Con la pioggia che adesso si fa più forte, siamo costretti a terminare lievemente in anticipo quest’avventura a Vitigno Italia, ma non ce ne andiamo senza aver prima salutato la sigaraia della Manifattura Sigaro Toscano, la quale ci indirizza ai colleghi l lavoro al banchetto vicino, i quali – in cambio della nostra e-mail – ci iscrivono all’interessante newsletter della Manifattura e ci propongono in assaggio di un sigaro al cioccolato fondente.
Finisce qui la nostra passeggiata a Napoli, ma l’appuntamento con Vitigno Italia è solo temporaneo!
Dopo l’estate, a Novembre, l’attesa sarà per l’anteprima, che confermerà senz’altro l’ottimo andamento dei settore vinicolo italiano.